Il Paese

Moggiona: il Paese dei Bigonai


Per secoli Moggiona è stata il paese dei bigonai. La maggior parte degli abitanti si dedicava infatti alla costruzione dei bigoni, contenitori lignei a doghe, tenute insieme da cerchi. I bigoni venivano venduti alle fattorie della Toscana e servivano al momento della vendemmia per  il trasferimento dell'uva dalla vigna. La materia prima per la costruzione di bigoni veniva dalle abetine della foresta di Camaldoli (oggi Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi).

Un Bigonaio: Giovannelli Frascesco
Un bigonaio (Francesco Giovannelli)
accanto al prodotto del suo lavoro.
In primo piano un fascio di cerchi
.

Molti sono stati nel corso degli anni i riconoscimenti alla maestria dei bigonai di Moggiona. Nel 1954 gli artigiani del paese vincono una medaglia d'oro per gli attrezzi agricoli, nel concorso per l'artigianato rurale che si tenne durante la XVIII Mostra dell'Artigianato di Firenze. Nel 1968 la Camera di Commercio di Arezzo premia due famiglie di bigonai, i Ballerini e i Roselli: i primi ricevono una medaglia d'oro per oltre due secoli di ininterrotta (e documentata) attività artigianale, i secondi la medaglia d'argento per un'attività di pochi anni più breve.

Negli anni 50 del secolo scorso l'avvento della plastica ha decretato la fine di questo mestiere. Oggi nel paese si trovano artigiani che hanno saputo trasferire le loro competenze ed applicarle nella realizzazione di mobili rustici di alta qualità.

Il mestiere del bigonaio è descritto nell'ottimo articolo di Giorgio Batini, I bigonai del Casentino.

Per conservare la memoria di questo tradizionale mestiere,
la Pro Loco ha realizzato la Bottega del Bigonaio.

Gli ultimi bigonai
Alcuni fra gli ultimi bigonai di Moggiona durante una dimostrazione
nella Bottega del Bigonaio (Agosto 2007)



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